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Non mi toccare, vuoi farmi morire?
Sapessi ieri come ero lontano, lontano.
Ho bisogno di dormire. Ma che voglia di te?
Lassù credevo d’impazzire in mezzo al cielo
tra miliardi e miliardi di stelle, ero solo da morire.
Così ho acceso la radio tra gli auguri,
—ma come gli auguri? — si sentiva cantare.
E io lì solo, ci pensi, da solo a guardare le stelle,
le stelle —ma che andassero a cagare—,
così ho capito che tra poco è Natale
e che ero lì come uno scemo e che dovevo tornare.
Perché spegni la luce, vuoi far finta di dormire?
So che ti piace se ti guardo, e se ti parlo magari sorridi,
mentre fai finta di dormire. Va bene, allora ascoltami un po’:
Lo sai che prima di partire mi son sentito gelare le mani?
Guardando di fuori, non hai l’idea che confusione.
A un certo momento le stelle del cielo si son mesere
a girare e hanno fato una strada d’argento
che i miei occhi non potevano guardare.
Sono stati i pastori i primi a pasare, seguiti dai re magi
sui loro elefanti, mentre gli angeli cominciavano a cantare…
Ma non è niente, una cosa da niente, se penso a una casa
col sole in cima alla collina, e che tra poco, tra poco è mattina.
Tra un’ora ti svegli, mi guardi e sorridi…
Buon Natale!
stornello, lucio dalla [i r. cellamare], viaggi organizzati (pressing – rca, 1984), i lorenzo mattotti. stanze (carbó sobre paper, s. d.)
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