28 de juny del 2008

diumenge

[al meu fill, Carles]


Sole sul tetto dei palazzi in costruzione,
sole che batte sul campo di pallone,
e terra e polvere che tira vento.
E poi magari piove.
Nino cammina che sembra un uomo,
con le scarpette di gomma dura:
dodici anni e il cuore pieno di paura.
Ma Nino non aver paura di sbagliare un calcio di rigore.
Non è mica da questi particolari
che si giudica un giocatore:
un giocatore lo vedi dal coraggio,
dall'altruismo e dalla fantasia…
E chissà quanti ne hai visti e quanti ne vedrai,
di giocatori tristi che non hanno vinto mai
ed hanno appeso le scarpe a qualche tipo di muro
e adesso ridono dentro al bar.
E sono innamorati da dieci anni
con una donna che non hanno amato mai…
Chissa' quanti ne hai veduti? Chissa' quanti ne vedrai?
Nino capi' fin dal primo momento.
L'allenatore sembrava contento e allora
mise il cuore dentro le scarpe
e corse più veloce del vento.
Prese un pallone che sembrava stregato.
Accanto al piede rimaneva incollato.
Entrò nell'area, tirò senza guardare…
ed il portiere lo fece passare!
Ma Nino non aver paura di tirare un calcio di rigore.
Non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore:
un giocatore lo vedi dal coraggio,
dall'altruismo e dalla fantasia… Na, na, na…
Il ragazzo si farà, anche se ha le spalle strette.
Quest'altr'anno giocherà con la maglia numero sette!

la leva calcistica della classe ’68, francesco de gregori, tra un manifesto e lo specchio